Analisi dell'opera

Arazzo (cm.340x260) raffigurante: "Aminta e Silvia".

Manifattura di Bruxelles degli inizi del '600. Firmato in basso a destra.

 

L'Arazzo, tessuto in lana e seta, raffigura un episodio tratto dal "Dramma pastorale" de ”L'Aminta” di Torquato Tasso (scritta per Leonora d’Este nel 1573).

Il soggetto è inquadrato all'interno di una ampia bordura a “Trompe L’Oeil” con cascate di frutta alternati da cartigli e putti.

La marca della Manifattura di Bruxellea e la firma dell'arazziere si evidenziano sulla cimosa inferiore, testimoniando l'alto valore intrinseco dell'opera

 

L'Aminta è un "dramma pastorale" la cui prima rappresentazione ebbe luogo, con buone probabilità, il 31 luglio 1573, al Belvedere di Ferrara.

Curioso è che nell'arazzo oggetto di studio, Ferrara appare, per licenza artistica, sullo sfondo, in alto su una collina e non in pianura adagiata sul delta del fiume Po.

Torquato Tasso narra che il pastore Aminta ama la ninfa Silvia, ma lei è ritrosa nei suoi confronti e si dedica solamente alla caccia. L’amica di Silvia, Dafne, esperta della passione amorosa, cerca di convincere Silvia ad accettare l’amore di Aminta, mentre Tirsi consiglia al pastore di recarsi alla fonte dove Silvia fa il bagno e dichiararle la serietà del proprio sentimento. Mentre Silvia si trova alla fonte, un Satiro che vuole violentarla la rapisce, e Aminta, trovando un velo sporco di sangue, crede che Silvia sia stata sbranata da un lupo, così per la disperazione si getta da un dirupo, ma viene salvato da un cespuglio. Allora Silvia, in realtà illesa, viene a conoscenza del gesto del pastore e presa dal rimorso cede all’amore, così vissero felici e contenti.

Dalla seconda meta del XV e per tutto il XVII secolo Bruxelles rappresentò la capitale dell'arazzeria europea. Nel '700 le arezzerie di Bruxelles persero sempre più vigore a vantaggio delle arazzerie francesi di Gobelins, Bouverie e Aubusson, fino a che nel 1794 venne chiusa la manifattura. A Bruxelles nel XVII secolo furono prodotti gli arazzi più belli e più costosi d'Europa, dove molto spesso i cartoni preparatori e le Storie rappresentate erano commissionati a Maestri Pittori, come ad esempio Raffaello, Agnolo Bronzino, Rubens, da importanti committenti italiani come ad esempio i Medici, i Pallavicini, gli Este, i Borboni.

L'usanza di siglare con la marca B.B (Bruxelles, Brabant) gli arazzi prodotti a Bruxelles si diffonde, a tutela della concorrenza, a partire dal 1528. La doppia B inframmezzata da uno scudo è presente nei secoli XVI e XVII.

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